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Dal PNRR arrivano 250 milioni di euro per la riqualificazione di beni confiscati alle mafie, grazie all’avviso del 23 novembre scorso pubblicato dall’Agenzia per la Coesione Territoriale.
I 250 milioni di euro provengono, in particolare, dall’Investimento 2 “Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie” che è incluso nella Componente 3 (“Interventi speciali per la coesione territoriale”) della Missione 5, denominata “Inclusione e coesione”.
Tali risorse sono riservate ai progetti che verranno selezionati dal bando, mentre ulteriori 50 milioni di euro saranno stanziati per progetti che per la loro natura richiedono l’intervento di diversi soggetti con specifiche competenze istituzionali.
In totale, dunque, la Missione 5 mette sul piatto uno stanziamento di oltre 300 milioni di euro per la realizzazione di 200 progetti nelle otto regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).
Come pubblicato dal sito dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, la nuova scadenza per la presentazione dei progetti che riguardano la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie a valere sul PNRR è fissata al 28 febbraio (ore 12:00).
I progetti potranno essere presentati da tutti gli Enti territoriali, localizzati nelle regioni del Mezzogiorno, destinatari del bene confiscato indicato nella proposta progettuale. Gli Enti proponenti dovranno dimostrare l'avvenuta iscrizione del bene stesso nel proprio patrimonio indisponibile.
A titolo esemplificativo, i progetti ammissibili dovranno perseguire le seguenti finalità:
Le procedure di affidamento devono concludersi il 30 giugno 2023, mentre i lavori, pena la revoca del finanziamento, devono essere conclusi entro:
Con nota del 20 dicembre scorso, l’Agenzia per la Coesione Territoriale ha riservato agli Enti del terzo settore (Ets) e alle Associazioni (ex art. 48, comma 3, lettera c del Codice Antimafia) un ruolo fondamentale nel processo in considerazione della rilevanza che questi soggetti «ricoprono nella fase gestionale dei beni in questione».
In particolare, con la nota viene precisato che gli Enti proponenti potranno presentare proposte che coinvolgano, sin da questa fase, Enti del Terzo settore e le Associazioni (ex art. 48, comma 3, lettera c del Codice Antimafia) e che tali proposte riceveranno un punteggio specifico se confermato dalla necessaria documentazione a supporto.
Il Terzo settore non poteva rimanere fuori.